Turpan, chiamata in cinese Tǔlǔfān (吐鲁番), è una città-oasi del bacino del Tarim, nella regione del Xinjiang, situata lungo quella che una volta era la Via della Seta. Oltre ad essere il luogo più caldo della Cina (con punte di oltre 50 gradi), Turpan vanta una storia millenaria (i primi insediamenti umani nella zona risalgono a circa 6000 anni fa) in cui la citta è stata protagonista nelle intricate vicende storiche che hanno visto il Xinjiang quasi perenne campo di battaglia tra imperi diversi. Turpan ha diverse attrazioni turistiche, tra cui le montagne fiammeggianti (per via della loro conformazione che ricorda delle fiamme), il minareto di Emin o le Grotte dei Mille Buddha di Bizalkik.
Tra i luoghi da visitare a Turpan vi sono poi le rovine di due città che restano a testimonianza di imperi ormai scomparsi sotto la sabbia del deserto del Taklamakan, uno dei luoghi più inospitali del pianeta. Il nome di origine turca (il ceppo da cui derivano gran parte delle lingue locali) significherebbe “luogo delle rovine”, tuttavia questo deserto era anche conosciuto nell’antichità come “luogo da cui non si torna”. Entrambe le varianti risultano in ogni caso essere molto significative.
Jiaohe (nota anche come Yarkhoto) si trova su di un altopiano nella valle del fiume Yarnaz, circa 10km ad ovest di Turpan, e dagli studi fatti sembra essere stata uno dei primi insediamenti umani nella regione. La natura del luogo ne fece una fortezza naturale e, dal 108 a.c. al 450 d.c., Jiahoe fu la capitale del Regno di Jushi, uno dei molteplici regni e imperi che costellano la storia dello Xinjiang. Jiahoe in seguito visse vicende alterne, diventando parte dell’Impero dei Tang, poi appartenendo al Regno degli Uiguri per essere quindi conquistata dai Kirghisi. Ma la fine venne nel XIII sec. quando venne abbandonata dopo essere stata distrutta a seguito dell’invasione dei mongoli guidati dallo stesso Gengis Khan. Oggi Jiaohe è tra le rovine di città fortificate più grandi (arrivò ad avere 6500 abitanti) e antiche (venne fondata circa 1600 anni fa) al mondo.
Sempre per mano dei mongoli cessò di esistere anche la città di Gaochan (conosciuta anche come Khocho o Kara-Khoja). La città subì infatti tra il 1275 ed il 1318 un assedio da parte di 120 mila soldati dell’armata mongola del Khanato di Chagatai che di fatto ne decretò la fine. Situata circa 30km a sud-est di Turpan anche Gaochan fu un centro importante della Via della Seta, edificata intorno al I secolo fu come Jiaohe legato al Regno degli Jushi. Tuttavia a differenza di quest’ultima non venne costruita su di un altopiano ma sul bordo del Taklamakan, il che rese necessaria la costruzione di alte mura a difesa della città. Anche Gaochan vide avvicendarsi regni ed imperi trovandosi ad essere, dall’850 d.c., capitale del Regno di Qocho, retto da una dinastia uigura.
La zona del Xinjiang in cui si trova Turpan fu l’ultima a convertirsi all’islam, al punto che ancora nel XIV secolo i viaggiatori descrissero la presenza di numerosi templi perlopiù buddhisti. Situata tra est ed ovest, spartiacque di civiltà differenti, Turpan fu vera e proria città cosmopolita ante litteram, dove buddhisti e musulmani convivevano con confuciani e manichei. Anche dal punto di vista linguistico vi era una grande diversità e vi venivano parlati una moltitudine di lingue e dialetti di varia origine; a tal proposito va notato come la scrittura degli uiguri venne poi adottata dai mongoli tramite il Regno di Qocho.
Jiaohe e Gaochan sono vestigia di una storia affascinante, in cui popoli e imperi si avvicendarono nel dominio di oasi e deserti, che fa dello Xinjiang una regione cruciale nella Storia eurasiatica.
Il Bacino del Taklamakan però non è sempre stato il deserto torrido ed inospitale che appare oggi.
Pare che nell’ultima fase glaciale, esso fosse un vasto lago d’acqua dolce, il quale pur prosciugandosi a partire dall’8000 a.C. circa, mantenne per millenni una ricca rete di vasti laghi e fiumi affluenti del Tarim, il fiume principale che da nome all’intero Bacino.
Il “lago mobile” del Lpo Nor, non è infatti che l’ultimo resto di questo vasto e ricco bacino idrico, che favorì il nascere di una delle più singolari e affascinanti civiltà della Terra, a partire dal 2000 a.C., con l’insediamento di gruppi di indoeuropei da cui sarebbero emersi gli Yuezhi o Tocari.
Secondo studiosi come Giovanni Monastra (vedasi a proposito il suo interessante articolo Gli Indoeuropei nell’antica Cina), sarebbero stati proprio questi indoeuropei a favorire l’introduzione in Cina del carro, del cavallo, del cane (ku in tocario, kuan in cinese) e della lavorazione del bronzo, contribuendo al sorgere della civiltà degli Shang, nel bacino del Fiume Giallo intorno al 1500 a.C.
Civiltà, quella tocaria, rimasta per secoli al crocevia della Via della Seta, e travolta dagli Uiguri intorno all’850 d.C., in fuga dall’Otuken/Mongolia, in seguito alla distruzione del loro impero ad opera di altri turchi come loro, i Kirghisi dello Jenissei.
Gli Uighuri, manichei e buddisti, turchizzarono il Bacino del Tarim, assorbendo l’ethnos tocario, e creando per secoli, fino al XIV-XV secolo almeno, un faro multiculturale a guida manicheo-buddista, fino alla conversione all’Islam, completata nel XV secolo.
Forse, avrai incontrato individui di aspetto meticcio, con capelli biondi, occhi chiari, alcuni con caratteristiche tipicamente europoidi, come se ne vedono in foto in internet, e che testimoniano di questo antico meticciamento!
Per non parlare dei Sarikol, i “Tagichi” di Tashkurgan e dell’area presso Khotan, i più orientali degli Iranici, e una delle etnie tutelate dal governo cinese (non più di 25.000 persone circa)!
Grazie per il commento. La diversita’ dei tratti somatici degli abitanti del Xinjiang e’ infatti una degli aspetti piu’ sorprendenti di questa regione stupenda.
Lago mobile del Lop Nor