Deer Hunting With Jesus: Dispatches From America’s Class War di Joe Bageant merita di essere letto, per capire un po’ meglio quella realtà forse data troppo per scontata che risponde al nome di USA. Bageant, scomparso prematuramente nel 2011, era un marxista americano originario della Virginia, come dice lui “il punto più a nord del sud degli Stati Uniti”. E proprio attraverso la raffigurazione della sua cittadina, Winchester, l’autore ci fornisce un ritratto implacabile del popolo americano.

Bageant mostra come la potenza che si ritiene egemone a livello planetario abbia una composizione sociale completamente fratturata, dove la minoranza che gestisce il paese di fatto non conosce per nulla la maggioranza che quel paese lo manda avanti. Uscito in Italia con il titolo di La Bibbia e il fucile il libro incentra la sua analisi sul concetto di classe (espressione che nell’edizione inglese sparisce dal sottotitolo), mostrando come di fatto gli Stati Uniti siano per la stragrande maggioranza composti da una classe proletaria senza coscienza di sé, a fronte di una minoritaria classe media istruita che ha in mano le redini del gioco, e che, come detto, con il resto della popolazione non ha nulla a che spartire.

L’idea di classe usata dall’autore è molto interessante, in quanto la classe proletaria sarebbe composta da quegli individui che non hanno il controllo della propria attività lavorativa, dando quindi al concetto un’accezione trasversale che le permette di uscire dai luoghi comuni e dagli stereotipi. Tuttavia i proletari americani si ritengono classe media, bombardati da una propaganda proveniente dall’alto e dipingente gli Stati Uniti composti, appunto, da classi medie.  E questa incapacità di aprire gli occhi dei poveri americani (in America infatti si è poveri pur lavorando) è la nota più amara di tutto il libro. Mentre risulta, chiaro scorrendo le pagine, del libro perché tra questa classe e i democratici non ci possa essere dialogo in quanto appartenti a due mondi diversi, Bageant si chiede perché invece i repubblicani continuino ad essere votati.

La risposta è in un reciproco bisogno: se da un lato l’esigenza di guidare gli USA come un’azienda rende necessaria una certa attenzione alla forza lavoro, per tenerla almeno a livelli di sussitenza, dall’altro tramite i liberali le classi proletarie possono votare per la loro idea di self-made man, dove il governo centrale è odiato, e si rifiuta qualsiasi ingerenza nella vita privata; ma votando tuttavia come si fosse ancora, citando l’autore, nel 1956, andando contro i propri interessi. Bageant inoltre distingue tra conservatori e neo-con, una distinzione questa  dalle importanti conseguenze politico-sociali. Il quadro che esce capitolo dopo capitolo, tema dopo tema, descrive un’America terribile: sommersa dai debiti, sempre più povera e meno istruita, che lotta giorno dopo giorno per la sopravvivenza e le spese mediche. Un’America che si aggrappa alla religione, al cibo ed agli alcolici in forme disperate e totalmente irrazionali.

Il fatto che quella che, fino a poco tempo fa, era l’indiscussa potenza mondiale abbia questa base sociale spaventa, con l’opinione pubblica che di fatto rappresenta un’esigua minoranza della popolazione, mentre la maggioranza è equiparabile a degli schiavi, ma che si credono liberi professionisti appartenenti alla classe media. E quello che spaventa più di tutto è il fatto che questo modello sia quello che gli Stati Uniti sembrano vogliano esportare, e che questa sia la strada tracciata possiamo accorgecene anche in Europa, con goveranti e governati sempre più lontani, ormai padronenaggianti due lingue diverse. Anche quello che sta accadendo in Italia, con una sinistra ed una destra sempre più simili e lontane dal “paese reale,  potrebbe essere riletto in quest’ottica, alla luce del disinteresse di una popolazione troppo stanca per farsi un’opninione, e tropop priva di una coscienza di classe per non illudersi di essere altro.

Fonte immagine: VeneziePost.it