Quando si pensa alla Via della seta, immediatamente vengono alla mente deserti, carovane di cammelli ed oasi con palme. Eppure esisteva anche una Via della seta marittima, che dalla Cina portava uomini e merci verso occidente solcando le onde del Mar Cinese Meridionale e quindi dell’Oceano Indiano. Meno studiata della rotta terrestre, la Via della seta marittima uno dei cui punti di partenza in Cina si trovava a Panyu nei pressi di quella che oggi è Guangzhou, vedeva come protagonisti le coste ed porti del sudest asiatico, inclusi quelli appartenenti all’odierna Thailandia.
L’Istmo di Khra
Proprio nella provincia di Ranong sono stati trovati frammenti di vasellame di origine mediterranea nel corso degli scavi in uno dei due più importanti porti thailandesi lungo la via della seta marittima: Phu Khao Thong. Il secondo porto era invece quello di Khuan Lukpat, nella provincia di Krabi, dove sono anche state ritrovate tra le più antiche iscrizioni di tutto il paese. In questi mercanti i thailandesi, a differenza di quelli cinesi o arabi, trasportavano merci per tratte abbastanza brevi specializzandosi invece come intermediari e fornitori di prodotti locali e servizi mercantili.
Fin dai tempi più antichi, una regione del sudest asiatico fondamentale per i commerci internazionali è quella della penisola tha-malese. In particolare Malacca, oggi in Malesia, è stato un emporio commerciale di grande importanza, insieme ad altri importanti porti come Oc Eo nel regno di Funan, Palembang in quello di Srivijava, oppure Tuban situato nella parte orientale di Giava. In questa penisola, la sua parte più stretta ossia l’Istmo di Khra univa il Golfo di Thailandia con il Mar delle Andamane, collegando le provincie oggi nel sud della Thailandia di Chumpong e Ranong.
La seta in Thailandia
Secondo gli studiosi, proprio da un porto sulla costa delle Andamane, mercanti cinesi avrebbero introdotto in tempi remoti la seta in Thailandia. Durante degli scavi a Ban Chiang, nel nord est del paese in quello che è ritenuto essere uno degli insediamenti più antichi di tutto il sudest asiatico, sono state ritrovate fibra di seta risalenti a circa tre millenni fa. Centro di lavorazione della seta divenne in seguito Khorat, ma la corte thailandese storicamente preferì importare seta cinese.
Che la seta sia stata uno dei prodotti più importati in quella che oggi è la Thailandia, insieme al satin ed alle ceramiche, lo sappiamo grazie agli archivi risalenti al periodo in cui Ayutthaya divenne capitale del Siam, nella metà del XIV secolo. Tra le esportazioni troviamo invece prodotti legati alla foresta, avorio e vari tipi di legname pregiato. Notizie della produzione di seta in Thailandia non se ne avranno più fino al XIX secolo, quando re Rama V favorì lo sviluppo di una produzione locale nei dintorni di Bangkok. Tuttavia con il passare del tempo la produzione di seta declinò fortemente.
Jim Thompson
Non si può parlare di seta e Thailandia senza nominare questo personaggio, la cui vita è degna della tram di un film. Figlio di un imprenditore tessile del Delaware, spia durante la guerra, Jim Thompson scopre la seta thailandese grazie alla comunità cham di Ban Krua a Bangkok, giusto di fronte a quella che oggi è la visitatissima casa museo proprio di Jim Thompson. Dopo la guerra Thompson si dedicò, tra le altre cose, al recupero della produzione thailandese della seta, promuovendola in tutto il mondo, prima di scomparire misteriosamente nella giungla nel 1967…
Quello della scomparsa di Jim Thompson è un caso ancora aperto, molte ipotesi sono state fatte, dalla fuga volontaria al rapimento da parte di guerriglieri comunisti ma ad oggi non ci sono ancora risposte. Tornando al punto di partenza quello che la storia della Via della set ci insegna è quanto la Thailandia abbia avuto un ruolo importo tra le rotte commerciali della regione, un ruolo sul quale gli studiosi stanno facendo luce. Una Via della seta marittima che, pur non avendo il fascino delle carovane e delle oasi, ha tantissimi motivi di interesse per conoscere meglio il sudest asiatico.
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