I rapporti tra i popoli cambiano nel tempo, ad influenzarli una moltitudine di fattori dalla situazione politica al progresso nel campo dei trasporti, dalla produzione cultura alla bilancia economica. Quelli tra Cina ed Italia non fanno certo eccezione, da un grande interesse nell’antichità quando a confrontarsi erano due grandi imperi sino ad una sorta di indifferenza in tempi a noi più vicini. L’Italia non entrò in contatto con la Cina tramite i commerci, come le altre potenze europee e non fu nemmeno una potenza coloniale. I rapporti tra Italia e Cina furono soprattutto culturali e quando i commerci prevalsero l’Italia si fece da parte.

Le nazioni sono fatte da persone, quindi pando parliamo di incontro tra Italia e Cina parliamo anche di individui che hanno stretto relazioni, siano essi stati alti diplomatici, piccoli mercanti o semplicemente viaggiatori. Un bel libro che racconta questa storia dal punto di vista degli uomini, italiani e cinesi, che furono protagonista della relazione tra questi due paesi si chiama proprio Italia e Cina scritto da Giuliano Bertuccioli e Federico Masini. Grazie al numero di fonti consultate, tra cui molte cinesi, è un vero e proprio punto di riferimento per chiunque voglia saperne di più dei rapporti tra Italia e Cina, fino all’anno 1911.

Il primo turista

Viaggiare in passato era difficilmente una questione di svago, si viaggiava per convertire per fare affari o per tentare fortuna come i mercenari portoghesi che finirono a diventare consiglieri dei sovrani in sperduti regni del sudest asiatico. Il primo italiano a visitare la Cina per piacere fu il fiorentino Giovanni Carletti, personaggio straordinario e misterioso. Nel 1598 era a Macao con il padre reduce da un viaggio in Sud America per commerciare in schiavi, quando il padre morì. Giovanni decise allora di restare e conoscere meglio il paese. Ci ha lasciato interessanti resoconti di viaggio e fu colui che portò il primo coreano in Italia.

Il ribelle

I primi cinesi a raggiungere l’Italia lo fecero seguendo i gesuiti italiani che rientravano dalla loro missione, non sempre una scelta del tutto consensuale. Tra questi vi fu Lucio Wu, che partì alla volta di Napoli al seguito del missionario Matteo Ripa che voleva fare di Lucio, ed altri tre ragazzi cinesi, i primi allievi del collegio che voleva creare. La scelta molto probabilmente non piacque a Lucio che, una volta arrivato a Napoli, divenne un vero e proprio ribelle, scappando continuamente e combinando guai in tutta Italia. La storia del mancato sacerdote cinese finì tristemente nelle carceri di Castel Sant’Angelo dove fu rinchiuso.

Matteo Ricci

Come detto, quella tra Italia e Cina è stata una storia di rapporti culturali, soprattutto per via dei gesuiti che riuscirono a raggiungere lo stesso imperatore. Il ruolo forse più importante lo ebbe Matteo Ricci, le cui vicende sono raccontate nella bella biografia scritta da R. Po-Chia Hsia: Un gesuita nella città proibita. Matteo Ricci rivoluzionò il modo di rapportarsi alla cultura cinese, tanto da suscitare accesi dibattiti nel mondo della Chiesa, la sua enorme cultura lo avvicinò ai più alti livelli delle gerarchie cinesi. Da quel momento per l’Italia la Cina fu terra di cultura, un’immagine diversa da quella riservata alle altre nazioni.

Il Marco Polo cinese

Xie Qinggao fu un giovane marinaio che nel XVIII secolo visitò i principali porti di Asia, Europa ed Americhe. Come Marco Polo anche lui deve la sua fama all’incontro con un letterato, vale a dire Yang Bingnan che raccolse le sue memorie dando vita alla prima fonte diretta cinese sull’Occidente, pubblicata nel 1844. Leggendo il libro di Bertuccioli e Masini colpisce come non mancarono viaggiatori cinesi che visitarono l’Europa e l’Italia, tuttavia mancarono opere che descrivessero ciò che videro andando oltre descrizioni superficiali o stereotipi già vecchi di secoli. Un aspetto della cultura cinese davvero molto interessante.

La débâcle italiana

Infine non un personaggio ma un evento, la crisi per la baia di Sanmen, forse uno dei punti più bassi della diplomazia italiana. La Cina era appena stata sconfitta dal Giappone, potenza asiatica in crescita che dopo non molto tempo vincerà una guerra contro la Russia, allorché l’Italia decise di rivendicare la baia di Sanmen per farne la propria base navale. La richiesta italiana non venne appoggiata da nessuna grande potenza, la corte cinese la rifiutò ed in Italia ci fu anche una crisi di governo. Il rapporto tra Italia e Cina continuava a restare sul campo culturale, come dimostrò l’interesse cinese per il nostro Risorgimento.

Quelli appena visti sono solo alcuni protagonisti nella storia delle relazioni tra Italia e Cina, una storia fatta anche di illustri sconosciuti non saliti all’onore delle cronache. Grazie ai libri citati possiamo conoscerla meglio, imparando un po’ di più sulla stessa Cina, un paese dove non è sempre facile trovare la giusta strada per costruire delle relazioni fruttifere. Forse Italia e Cina sono meno diverse di quanto si pensi.

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Fonte immagine: informazionesenzafiltro.it