Uno degli aspetti più interessanti della Storia è la storiografia, ossia la disciplina che studia il modo di rapportarsi alla Storia stessa. Gli storici nel corso del tempo hanno infatti affrontato la materia in maniera diversa, ruotando tuttavia intorno a due parole fondamentali: verità e comprensione. Queste due parole hanno un rapporto complesso tra loro, a volte viaggiano in parallelo, altre si allontanano moltissimo. Fino ad estremi come la Storia ritenuta scienza esatta che può rivelare una verità assoluta, oppure una Storia dove la volontà di capire portando ad un soggettivismo estremo che rischia di prescindere dal contesto.
Basti pensare alla fiaccola della ragione che rischia di accecare, tracciando un filo rosso che dall’illuminismo arriva sino al mondo globalizzato di oggi e lascia intuire perché gran parte della sinistra mondiale abbia abbracciato il pensiero liberista. Oppure, al contrario, al negare credito a chi non era presente ai fatti narrati, dimenticando che vivere qualcosa non significa capire cosa sta succedendo, un problema ben noto agli studiosi della storia orale. Molto interessante è leggere le opinioni su cosa sia stato il novecento, opposte, di scienziati e intellettuali riportate da Eric Hobsbawm nel suo bellissimo libro Il secolo breve.
Se poi ci si riferisce alla Cina il problema diventa ancora più complicato, in quanto si inseriscono anche differenze culturali che possono dare una visione del tutto distorta delle vicende cinesi. Un libro molto utile per chiunque voglia avvicinarsi allo studio della Storia della Cina contemporanea è La Cina e la Storia, di Laura De Giorgi e Guido Samarani. Un libro compatto ma di grande spessore che, nonostante un linguaggio abbastanza asciutto, offre una quantità di riflessione molto importanti per quanto riguarda la Storia cinese dal tardo impero sino ad oggi, come recita il sottotitolo, intendendo per oggi il 2005 anno di stampa.
Nonostante non sia molto recente, è un libro da non trascurare per la comprensione della Cina odierna, poichè mette in luce dinamiche profonde che scorrono sotterranee lungo il corso dei secoli. Ad esempio il ruolo del confucianesimo, vera e propria religione civile in cui l’imperatore ha di fatto il mandato del cielo – concetto mai troppo compreso in Occidente – per organizzare la vita della società secondo armonie celesti. Un ruolo che organizzativo che porta gli autori a dire che la rivoluzione comunista più che sovvertire un ordine sociale, ha di fatto portato a compimento la costruzione statale iniziata sul finire della dinastia Qing.
Occupandosi di Cina moderna, uno spazio importante è dedicato al significato che ha avuto il colonialismo nella storia cinese, sia da un punto di vista tecnico che intellettuale. Interessante notare come Mao sia stato l’unico grande dirigente comunista cinese a non formarsi all’estero, il che ha profonde conseguenze sulla dottrina del maoismo. Gli autori ripercorrono i passi delle varie scuole storiche e delle fortune, ponendo anche il problema della definizione di cosa sia Storia cinese, tendando di mostrare la complessità anche geografica ed etnica di un paese grande come la Cina che porta ad una pluralità di centri di potere.
Aspetto non indifferente è poi quello ideologico, secondo cui lo studio della Storia è stato disciplinato da interessi politici tesi a dimostrare la correttezza della lettura ufficiale delle vicende storiche. Chiunque abbia viaggiato in Cina sa come spesso le versioni canonizzate degli eventi sono diverse da quelle riportate da fonti estere oppure non ortodosse. Un’esperienza da fare è quella di visitare il museo di Tengchong, nello Yunnan, praticamente unico luogo di Cina dove sono esposte le bandiere del Kuomintang per via della comune battaglia anti giapponese che durante la seconda guerra mondiale fu lì particolarmente intensa.
Ma esempi di questo tipo sono infiniti, ricordo le iscrizioni alla Porta di ferro nei dintorni di Korla, ambientazione di una delle più famose storie d’amore cinesi che nel corso del tempo ha subito innumerevoli letture interpretative, oppure sempre nello Yunnan andare alla scoperta di una comunità mongola risalente alla dinastia Yuan la cui esistenza, in un ostello di Kashgar era negata da uno studente universitario di minoranze etniche; ricordo ancora la sua faccia quando mostrai le foto del villaggio. Questo per dire come accingersi nello studio della storia cinese, debba essere fatto con qualche avvertimento preliminare.
Proprio per questo un libro come La Cina e la Storia riveste una grande importanza, anche per la capacità di inquadrare in maniera chiara e sintetica i punti chiavi della storiografia cinese, i pregiudizi più comuni degli storici non cinesi e per il fornire numerose fonti da cui partire per potersi immergere nelle vicende che hanno visto come protagonista quello che venne chiamato l’impero di mezzo, altra definizione che nel corso del tempo si è caricata di letture diverse ed a tratti ambigue. La Storia cinese è estremamente affascinante ma richiede uno sforzo personale di comprensione e questo libro può essere un valido aiuto.
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