Cosa fu la Via della seta? La risposta più immediata è sicuramente una rotta commerciale. Ma è sbagliata, o perlomeno profondamente incompleta. Tralasciando il fatto che non esisteva una singola Via della seta, quasi fosse un’autostrada dell’antichità, ma una rete di percorsi più o meno principali, il punto centrale è capire come su questa rotta viaggiassero non solo merci e mercanti, le famose carovane, ma anche idee e religioni. La Via della seta fu la volontà di comunicazione tra mondi diversi, con persone che la percorrevano in entrambe le direzioni, con buona pace della nostra visione della Storia occidentalocentrica. Molti furono anche i pellegrini cinesi che la percorsero verso l’India, alla ricerca delle origini del buddhismo.
Xuanzang
Il più famoso di questi viaggiatori fu senza dubbio Xuanzang, monaco partito nel 629 da Chang’an, l’odierna Xian, capitale imperiale del tempo per studiare le fonti della dottrina buddhista. In Cina il buddhismo era arrivato alcuni secoli prima, grazie all’espansione della dinastia Han Orientale verso l’Asia Centrale. Xuanzang dovette lasciare il paese illegalmente, attraverso il passo “della porta di giada” presso Yumenguan, visto che per i sudditi dell’impero era proibito oltrepassare i confini senza il permesso imperiale. Forse per questo motivo, Xuanzang fu così attento a tessere relazioni con sovrani stranieri.
Il viaggio di Xuanzang fu difficile e per noi estremamente affascinante, attraversò il deserto del Taklamakan ed i passi innevati dell’Hindu Kush, affrontare pirati e sfuggire a predoni. Xuanzang, nato in una famiglia di studiosi fu non solo un grande viaggiatore ma anche un grande pensatore, tanto che al suo ritorno nel 645 intraprese, onorato anche dall’imperatore, un grande lavoro di traduzione delle centinaia di testi riportati dall’India, un lavoro per il buddhismo cinese fondamentale ancora oggi. Il viaggio di questo giovane monaco, ventisette anni alla partenza, rappresenta una delle più grandi epopee lungo la Via della seta.
Viaggio in Occidente
Parlando di Xuanzang non si può fare a parlare di Viaggio in Occidente, uno dei quattro romanzi classici della letteratura cinese. Il romanzo prende infatti spunto dal viaggio del nostro monaco, qui chiamato Sanzang, per raccontare le sue avventure e quelle degli improbabili compagni di viaggio alle prese con un percorso di purificazione. Sanzang viene inviato dalla Bodhisattva Guanyn in India alla ricerca di alcuni testi buddhisti, ritrovandosi al fianco di un demone fluviale, di un maiale e di un re scimmia chiamato Sun Wukong, a tutti gli effetti vero protagonista del racconto ed elemento di primo piano nella cultura cinese.
Il Viaggio in Occidente ha avuto una fortuna letteraria enorme, facendo di Sun Wukong un personaggio unversalmente conosciuto, da noi noto come Scimmiotto. Non c’è capodanno cinese senza questo re scimmia combina guai, ma potremmo dire che non c’è nessuna celebrazione popolare in cui manchi. A Sun Wokung si sono ispirati film, fumetti (vi si è cimentato anche Milo Manara) e cartoni animati come Dragonball; da notare come la traduzione giapponese di Son Wukong sia Son Goku. Motivo in più per approfondire la conoscenza di Xuanzang e delle splendide descrizioni che ci ha lasciato della Via della seta.
Faxian
Un monaco anticipatore di Xuanzang fu Faxian, il cui viaggio verso l’India prese avvio nel 399. Faxian fu probabilmente il più anziano tra i pellegrini cinesi partiti alla ricerca delle fonti del buddhismo, avendo oltre sessant’anni al momento di lasciare Chang’an. Come Xuanzang attraversò la regione che oggi costituisce il Gansu, passando anche dalla celebre Dunhuang le cui grotte stupiscono ancora oggi, anche Faxian si cimentò con l’attraversata del Taklamakan prima di raggiungere Khotan e proseguire verso gli odierni Pakistan, Afghanistan ed India settentrionale, dove si trovavano i luoghi sacri legati alla vita del Buddha.
Il grande interesse verso le vicende di Faxian risiede anche nel fatto che raggiunse lo Sri Lanka, dove rimase due anni, cosa che non era riuscita a Xuanzang, per poi tornare in Cina via mare diventando così il primo, almeno il primo di cui ha conoscenza, ha compiere un intero viaggio lungo la Via della seta sia terrestre che marittima. Al rientro in Cina di Faxian, dopo circa quindici anni dalla partenza, le sue memorie divennero il primo libro scritto in cinese dedicato alle pratiche ed ai luoghi di pellegrinaggio buddhisti in Asia Centrale e Meridionale, contribuendo così alla nascita della visione dell’India come società progredita e sofisticata.
Yijing
Meno famoso e studiato dei precedenti è il monaco Yijing, grande ammiratore di Fuxian la cui partenza avvenne pochi decenni dopo quella di Xuanzang. Anch’egli fu mosso dal desiderio di ricercare le fonti della dottrina buddhista, correggendo così gli errori del buddhismo cinese, cosa che portò anche Yijing ad una grande opera di traduzione dei canoni buddhisti. In questo caso, il viaggio verso l’India avvenne interamente via mare, infatti grazie a Yining abbiamo importanti informazioni sulla rotta marittima della Via della seta e sui costumi Srivijaya, importante regno in cui soggiornò ed il cui territorio è oggi diviso tra Indonesia e Malesia.
Per concludere, si può citare una delle opere di Yijing il cui titolo, telegrafico, nella traduzione inglese è Memoirs of Eminent Monks who Visited India and Neighboring Regions in Search on the Law during the Great Tang Dynasty. In questo libro sono raccolte le biografie di oltre cinquanta monaci cinesi che intrapresero il viaggio verso l’India, imprese che sarebbe rimasto ignoto ma che dimostra come fossero numerosi coloro che affrontare i pericoli e le avventure di un viaggio lungo la Via della seta che, vale la pena ricordarlo, non fu e non deve essere nemmeno oggi, solo una rotta su cui passano merci e mercanti.
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Fonte immagine: getty.edu
Forse ne sarai già a conoscenza, ma ti segnalo questa chicca che ho scoperto per caso alcuni giorni fa:
https://forums.totalwar.com/discussion/214884/han-era-comic-by-hotoon
Praticamente si tratta di un fumetto cinese, realizzato nel 2017-2018 e purtroppo non reperibile al completo in internet, dato che il suo autore pare che abbia deciso di venderlo e quindi non ha più condiviso la sua pubblicazione in internet.
Qui si trova in traduzione inglese (ma esiste anche l’originale in cinese) fino al punto in cui l’autore lo ha pubblicato in internet.
La storia è ambientata all’epoca dell’imperatore Ming (58-75 d.C.) del ramo orientale della dinaatia Han (23-220 d.C.) e narra delle lotte per il controllo del Bacino del Tarim e dei suoi regni indoeuropei tocari e saka, da parte degli Xiongnu, dei lontani Kushana e della stessa Cina Han, che con la spedizione militare del 73 d.C. e degli anni successivi, qui vista alla luce del generale e uomo politico cinese Ban Chao (32-102 d.C.), tornò ad avere un ruolo di sovranità politica su questa importante arteria della Via della Seta.
Il fumetto è molto ben curato dal punto di vista storico, del costume e delle etnie coinvolte, mostandoci il Bacino del Tarim abitato da genti indoeuropee in lotta tra loro e appogiantesi di volta in volta agli Xiongnu, ai Kushana e ai Cinesi per affermare la propria autorità a discapito dei vicini rivali.
Purtroppo non so se il fumetto è stato completato e poi pubblicato almeno in Cina. Se si, sarebbe interessante se potesse essere tradotto e pubblicato in italiano, proprio perché aiuta un pubblico profano ad addentrarsi nella storia di un territorio che oggi più che mai è di attualità per le vicende internazionali ad esso collegate, e di cui parli anche tu.
Quello dei fumetti è un tema molto interessante, una serie completa in quattro numeri, molto riassuntiva della Storia cinese, è quella di Jing Liu.