Cime oltre i 5mila metri, ghiacciai ed una vegetazione aspra. Così appare il Tagikistan una volta usciti dalla galleria nei pressi di Ayni, ai tempi della foto (2011) ancora in costruzione. Attraversare quel tunnel è stata davvero un’impresa a tratti claustrofobica: niente luce, crateri enormi, acqua ovunque ed un’infinità di camion. Quelli nella foto sono i monti Fann, visti dalla provincia di Sughd, vale a dire una delle roccaforti dei nazionalisti al tempo della guerra civile. Questa provincia ospita una base dell’aereonautica ed è percorsa dall’M34, un’arteria vitale che mette in comunicazione la capitale, Dushanbe, con Khujand, la seconda città del paese antica di 2500 anni e storicamente di tradizione uzbeka. Khujand, chiamata allora Leninabad, è stata uno dei centri della guerra civile che ha incendiato il paese tra il 1992 ed il 1997, qui era la sede del “clan di Khujand”, un’alleanza politica che controllava il governo tagiko. Sebbene queste vette sembrino così distanti da tutto, anche ai piedi dei monti Fann scorrono le vicende umane, non sempre felici.

Monti Fann - Tagikistan
La provincia di Sughd, riprende il nome della Sogdiana storica, giusto?
Attualmente qual’è la situazione politica nell’area?
Si esatto. La situazione e’ di tensione sotterranea costante. Negli ultimi hanno chiuso un paio di volte l’accesso al Gorno Badakhshan. Mentre gli scoppi di violenza tra le varie etnie non sono infrequenti.
Comunque sono terre davvero stupende, anche per la difficoltà ad accedervi….