Un villaggio afghano fotografato dal Tagikistan. Siamo nei pressi del piccolo ponte che, appena prima della città di Khorog, unisce Afghanistan e Tagikistan. Tra i due paesi gran parte del lunghissimo confine è delimitata dal fiume Pyandzh (detto anche Panj), che nasce dalla confuenza dei fiumi Pamir e Wakhan, per poi correre verso ovest e gettarsi nell’Amu Daria. Nomi evocativi, come quello della strada che lo costeggia per un lungo tratto, vale a dire l’’M-41: l’autrostrada del Pamir. Questo confine è arduo da controllare, snodandosi tra valli molto profonde ed essendo a tratti, come nella foto, davvero breve la distanza tra i due paesi. Questo favorisce il contrabbando di merci illegali, in particolare droga dall’Afghanistan, vera e propria costante della regione. Dal Tagikistan si i vedono villaggi afghani, con le loro case di fango, davvero a due passi; sembra quasi impossibile esistano frontiere a dividere delle comunità molto simili.
Visto che sono entrambi tagiki persianofoni.
… è lassù catturato in cima alla foto, in quella gradazione d’azzurro, il cuore afghano, e lì, in quell’azzurro afghano, si frantuma ogni ricordo di guerra…
Cara Jam, che piacere rileggerti dopo due anni di assenza dal blog di Miguel!
Che fine hai fatto? 🙂