Israele irrompe nel panorama energetico mondiale scoprendosi paese produttore, e ne va da sé che la cosa portera’ numerose consguenze nella sfera geopolitica e delle relazioni internazionali. I giacimenti trovati a partire dal 2010 nel Mediterraneo, in collaborazione con la compagnia texana Noble Energy, si sono rivelati infatti immensi al punto da modificare decisamente la posizione israeliana nel mercato energetico, passando da una situazione a rischio esaurimento scorte ad una in cui tali scorte sono garantite per almeno altri 100 anni; il governo israeliano ha inoltre dichiarato di voler aumentare le esportazioni del combustibile fino al 57% della produzione di greggio, tuttavia le piattaforme mediterranee non saranno del tutto operative prima del 2016.

I giacimenti scoperti nel Mediterraneo orientale stanno creando non pochi problemi alle relazioni diplomatiche dei paesi dell’area, che gia’ non si possono definire idilliache. Il Libano ha avvertito Israele di non osare sconfinare nelle Zee (Zona economica esclusiva) libanese presentando alle Nazioni Unite la propria bozza risolutiva sulla controversia relativa alla delimitazione delle acque territoriali nel Mediterraneo Orientale.

La questione rischia di interferire addiruttura nella campagna presidenziale americana in quanto l’amministrazione Obama ha dichiarato di sostenere il documento libanese rigettando quello presentato, a sua volta, da Tel Aviv. Le reazioni israeliane sono state molto dure portando ad accrescere la tensione tra il Presidente americano e Benjamin Netanyahu. La non rielezione di Barack Obama sta diventando un punto fermo per Israele, al punto da finanziare la campagna presidenziale repubblicana tramite Sheldon Adelson, ottava persona piu’ ricca d’America e re dei casino’ di Las Vegas, nonche’ amico personale di Netanyahu.

Una forte opposizione giunge anche dalla Turchia in quanto Israele avrebbe preso accordi con Cipro per lo sfruttamento dei giacimenti posti tra le acque territoriali cipriote e quelle israeliane. La questione cipriota risulta essere abbastanza complessa in quanto alla questione della divisionedell’isola in due parti ed il coinvolgimento turco ora si aggiunge l’essere Cipro presidente dell’Unione Europea ma allo stesso tempo sempre piu’ legata a Mosca grazie ai prestiti che la Russia sta facendo al Governo di Nicosia.

La scoperta dei giacimenti mediterranei coinvolge anche la Palestina, infatti la decisione israeliana di aumentare l’esportazione di greggio rende difficile pensare che Tel Aviv permettera’ ai palestinesi di poter gestire i giacimenti presenti nella Striscia di Gaza; sembrerebbe anzi che compagnie israeliane abbiano scoperto nei pressi di Hebron un nuovo giacimento passando tuttavia la notizia sotto silenzio. L’Autorita’ Nazionale Palestinese si trova cosi’ a dover dipendere energeticamente da Israele quando il sottosuolo presenta risorse che potrebbero dare l’autosufficienza economica ad uno Stato Palestinese indipendente. Non e’ un caso che l’ANP stia investendo nella ricerca relativa all’energia solare…

In conclusione Israele rischia di destabilizzare, piu’ di quanto non abbia fatto finora, il Medio Oriente con una politica aggressiva, adesso anche fornendo energia ai paesi vicini, perdendo il sostegno americano e di fatto avendo contro (quasi) tutti. http://www.eastjournal.net/linchiesta-cipro-e-la-guerra-del-gas-i-destini-del-medio-oriente/10397
http://networkedblogs.com/BnsPk
http://www.haaretz.com/business/israel-should-export-half-its-natural-gas-government-panel-recommends.premium-1.459856