Si, no, forse. Questo in sostanza l’atteggiamento ungherese verso l’Unione Europea e nello specifico verso la partecipazione al fulcro di tutti i progetti energetici dell’UE, ossia il Nabucco!
Come abbiamo scritto piu’ volte i dubbi relativamente a tale gasdotto sono tanti e notevoli, ma le ultime notizie sono davvero paradossali e fanno anche un po’ riflettere su quelli che sono i piani energetici dell’Unione Europea.
Il consorzio che gestisce il progetto ha recentemente comunicato ufficialmente che l’Ungheria e’ il primo paese coinvolto ad aver terminato la trafila burocratica relativa al progetto Nabucco; lo stesso Reinhard Mitschek, direttore capo del consorzio, ha dichiarato che cio’ rappresenta un sostanziale passo in avanti nel coinvolgimento dell’Ungheria nel progetto ed un concreto progresso per la realizzazione di Nabucco.
Peccato che il responsabile ungherese del consorzio, Gabor Bercsi, abbia dichiarato a sua volta che “adesso non resta che pensare alla costruzione del gasdotto e continuare la via per ottenere i permessi relativi”; la domanda sorge spontanea: ma prima di quali permessi si stava parlando?
Le stranezze non si fermano qui ma si fanno invece paradossali. Il primo paese ad avere ottenuto i permessi (quali?) per Nabucco e’ allo stesso tempo quello meno convinto della propria partecipazione al progetto!!!
Nesi mesi scorsi erano infatti circolate voci che il Premier magiaro Viktor Orban avrebbe imposto alla compagnia ungherese presente nel consorzio, la MOL, di rititarsi ed abbandonare il progetto. A tali presunte dichiarazioni l’Unione Europea non avrebbe ne’ smentito ne’ confermato, gettando nell’inquietudine gli investitori.
La posizione ungherese sembrava giustificata da diversi fattori: la volonta’ di eliminare una notevole voce di spesa dovuta al mancato progresso di Nabucco, un avvicinamento alla Russia ed al suo progetto South Stream nonche’ la ritorsione verso Bruxelles a seguito di procedimenti intrapresi dall’Unione Europea contro alcune leggi recentemente approvate dal Parlamento ungherese.
In ogni caso un’ennesima riprova del fatto che una politica energetica europea e’ pressoche’ inesistente, senza entrare nel merito dei complessi rapporti tra Germania e Nabucco.
Sorge spontanea un’ ultima domanda: ma se l’Ungheria e’ la prima tutti gli altri a che punto stanno?