In Kazakistan il consolato siriano e’ stato vittima di un misterioso incendio, che le autorita sospettano essere doloso.
Ma chi ci puo’ essere dietro questo presunto incendio doloso? Fonti ufficiali si sono affrettate a dire che “possibili” responsabili possono essere i gruppi radicali piu’ estremisti. Il Kazakistan sembra essere il paese centroasiatico meno toccato dai problemi legati all’islamismo radicale ma tuttavia le autorita’ hanno spesso usato la minaccia proveniente da certi ambienti per lanciare appelli alla coesione ed all’unita’ del paese, ponendosi inoltre come modello di societa’ rispettosa delle diverse confessioni.

L’incendio arriva pochi giorni dopo che Kazakistan e Russia hanno firmato un accordo militare strategico. Dal 2013 infatti l’aviazione kazaka, equipaggiata con aerei forniti da Mosca, avra’ il compito di difendere l’immenso confine russo-kazako.
La Russia sta quindi stringendo le fila in Asia Centrale costruendo un sistema militare difensivo congiuntamente agli altri membri della CSI (Comunita’ Stati Indipendenti). E’ infatti notizia recentissima che e’ stato trovato l’accordo con il Tagikistan per il rinnovo del contratto d’affitto per la base militare 201, e inutile dire che le condizioni non sono state quelle “dettate” da Dushanbe…

La regione centroasiatica e’ in fermento, soprattutto dopo il voltafaccia uzbeko in previsione del ritiro americano dall’Aghanistan del 2014. Sembra infatti ormai decisa la scelta di campo di Tashkent, al punto che negli ultimi giorni due delegazioni militari inglesi hanno visitato il paese. La prima delegazione e’ giunta nella capitale per discutere ufficialmente di cooperazione e difesa, mentre la seconda ha piu’ genericamente parlato di “esperienze militari”.

Tornando all’incendio di Almaty il sospetto che possa fare comodo a chi vuole destabilizzare il paese e’ forte, cosi’ come lo era nei disordini di Zhanaozen. Ma qui inizia il difficile. Come capire dove inziano le “infiltrazioni” e quanto ci sia di artificioso? I “sobillatori” creano “ad hoc” o cavalcano fenomeni spontanei? Le risposte a queste domande possono cambiare radicalmente gli atteggiamenti verso gli eventi, che siano uno sciopero di minatori o la stessa crisi siriana.
Resta di fatto che fatti come l’incendio del consolato siriano possono essere strumentali per chiunque voglia utilizzarli per la propria politica, che sia una “coesione nazionale” oppure una “prova di destabilizzazione”.

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